Cannabis In Italia: 5 tappe chiave verso la legalizzazione

Tabella dei Contenuti

La cannabis e la legislazione italiana non sono mai andate molto d’accordo. Documentazioni accreditate però, confermano come le prime coltivazioni di cannabis in Italia risalgano addirittura alla Preistoria.
Potremmo dire che secoli fa, la canapa abbia fatto la fortuna economica del bel paese.
La legalizzazione è un processo ancora in corso, ma ci sono stati alcuni sviluppi importanti che hanno contribuito alla sua diffusione e all’aumento della sua accettazione nella società italiana.
Ecco alcune tappe importanti:

1. Primi movimenti degli anni ’70

Nel 1970 la cannabis è stata inserita nella lista delle sostanze stupefacenti in Italia, ma con pene più miti per il possesso e l’uso personale. Ciò significa che la sanzione prevista era inferiore a quella disposta per altre droghe, come ad esempio la cocaina o l’eroina.

Tuttavia, il possesso e il traffico di cannabis erano comunque considerati reati e puniti severamente. Inoltre, il consumo rimaneva stigmatizzato dalla società e considerato un comportamento socialmente inaccettabile.

Con il passare degli anni, la percezione della cannabis è cambiata e sono state introdotte nuove leggi che hanno modificato la sua classificazione, oltre alle pene previste per il suo possesso. La cannabis è ancora una sostanza stupefacente, ma l’uso terapeutico è stato autorizzato e le multe per la detenzione o per l’uso personale sono state ridotte. Tuttavia, la legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo rimane ancora oggetto di dibattito in Italia.

2. Legge Fini-Giovanardi

La legge Fini-Giovanardi, approvata in Italia nel 2006, ha introdotto importanti modifiche alla legislazione sulla cannabis. In particolare, ha aumentato le sanzioni per il possesso e il traffico e ha introdotto il reato di “spaccio a fini di auto consumo”.

Per quanto riguarda il possesso di cannabis, la legge definiva che la detenzione in piccole quantità e per uso personale era punito con la reclusione fino a un anno e con una multa fino a 10.000 euro. Il possesso di quantità superiori prevedeva invece, la reclusione fino a tre anni e con una multa fino a 30.000 euro.

Relativamente al traffico di cannabis invece, la legge aveva stabilito che in piccole quantità di cannabis, la pena prevedeva la reclusione fino a cinque anni e con una multa fino a 50.000 euro. Il traffico di quantità superiori è punito con la reclusione fino a dodici anni e con una multa fino a 100.000 euro.

Come dicevamo, la legge Fini-Giovanardi ha introdotto il reato di “spaccio a fini di auto consumo”, che puniva chi cedeva piccole quantità di cannabis a scopo di consumo personale.

Per i nostri fini, è importante notare che le pene previste sono state considerate troppo severe da molti e hanno suscitato dibattiti sull’opportunità di punire così duramente il possesso di piccole quantità di cannabis per uso personale. Tuttavia, la legge è rimasta in vigore fino al 2016, quando è stata modificata dal decreto “Lamorgese”, che ha ridotto le sanzioni per il possesso di piccole quantità di cannabis per uso personale.

3. Decreto Galli

Il decreto Galli è stato approvato in Italia nel 2013 e ha autorizzato l’uso terapeutico per alcune patologie, come la sclerosi multipla e il glaucoma. Tuttavia, la cannabis è stata classificata come sostanza stupefacente di classe A. Il suo uso terapeutico quindi, è stato limitato ai pazienti che non rispondono ad altri trattamenti.

Si stabilì che l’uso terapeutico della cannabis poteva essere autorizzato dal Ministero della Salute solo in casi di particolare criticità cliniche. Inoltre, il decreto dispose che la cannabis poteva essere utilizzata solo sotto forma di farmaci, come ad esempio estratti oleosi o capsule.

Il decreto Galli ha riconosciuto la cannabis come sostanza terapeutica, ma è stato criticato per restrizioni e mancanza di regolamentazione. Tuttavia, ha aperto la strada all’uso terapeutico della cannabis in Italia e ha contribuito a far crescere l’interesse per i suoi possibili benefici terapeutici.

4. Decreto Lamorgese sulla Cannabis in Italia

Il decreto Lamorgese è stato approvato in Italia nel 2016 e ha introdotto importanti modifiche alla legislazione sulla cannabis, introducendo tra le altre, le seguenti novità:

  1. Riduzione delle pene per il possesso di piccole quantità di cannabis per uso personale. Il decreto fissò una riduzione della multa da un minimo di 500 a un massimo di 1.000 euro. In precedenza, il possesso di piccole quantità di cannabis per uso personale era punito con la reclusione fino a un anno, oltre a una sanzione fino a 10.000 euro.
  2. Manutenzione delle pene per il traffico di cannabis. Le pene previste per il traffico di cannabis sono rimaste severe. Il traffico di piccole quantità di cannabis prevedeva ancora una reclusione fino a cinque anni, con una multa fino a 50.000 euro, mentre in caso di quantità superiori la reclusione poteva raggiungere dodici anni, con una multa fino a 100.000 euro.

Il decreto Lamorgese ha rappresentato un importante cambiamento nella legislazione sulla cannabis in Italia, poiché ha ridotto le pene per il possesso di piccole quantità di cannabis per uso personale e ha stabilito che il possesso di piccole quantità di cannabis per uso personale non è più considerato un reato, ma un illecito amministrativo punito con una multa. Tuttavia, la cannabis rimane ancora una sostanza stupefacente e il suo uso ricreativo è ancora considerato illegale in Italia.

5. Decreto Legge 2021

Il decreto legge del 2021 ha rappresentato un importante passo avanti nell’accettazione della cannabis come sostanza terapeutica in Italia. Ha autorizzato l’uso terapeutico della cannabis e ha previsto il monitoraggio di tale uso tramite la creazione di una task force dedicata. Inoltre, ha definito un piano di ricerca per lo sviluppo di nuovi farmaci a base di cannabis. Ciononostante, anche se alcune forme di cannabis vengono utilizzate a scopi medici, la cannabis rimane una sostanza stupefacente. Il suo uso a scopo ricreativo è ancora considerato illegale in Italia.

Conclusioni Sulla Situazione Della Cannabis In Italia

La legalizzazione della cannabis in Italia rappresenta un importante passo in avanti nella lotta alla criminalità organizzata e nella promozione di un uso responsabile e sicuro di questa sostanza. Con le leggi che hanno regolamentato la produzione, il trasporto e la commercializzazione della cannabis light, il nostro paese si è posto all’avanguardia in Europa in materia di politiche sulla droga, mettendo a disposizione dei cittadini una sostanza a basso rischio e dalle note proprietà terapeutiche.

La legalizzazione della cannabis potrebbe creare nuovi posti di lavoro e rilanciare alcune filiere produttive in crisi in Italia. Inoltre, la regolamentazione della cannabis permette di garantire un controllo sulla qualità e la sicurezza dei prodotti, proteggendo i consumatori dai rischi legati all’uso di sostanze illegali. La strada per la legalizzazione della cannabis è ancora lunga e piena di ostacoli, ma i progressi fatti finora sono incoraggianti per il futuro.

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